Durante le riprese della terza fortunatissima serie di Doc, l’attore Luca Argentero ha recentemente rilasciato un’intervista per la rivista “Rolling Stone” dove ha parlato, fra le altre cose, dei suoi esordi come attore:
“Penso di aver avuto quel coraggio, anche quando c’è stato da chiedermi: cosa ci faccio su un palcoscenico? Come è possibile che io sia finito qui? Ok, magari sono stato fortunato: ma fallo te. Ce l’hai il coraggio di stare qua sopra a raccontare una storia per due ore? Ce l’hai quaranta pagine a memoria da recitare a duemila persone?”
Prima di diventare un amatissimo attore, però, Luca Argentero ha partecipato ad una seguitissima edizione del Grande Fratello. Sul programma storico di Canale 5 però ha preferito non rilasciare particolari dichiarazioni:
“Sai perché mi sono stufato di parlare del Grande Fratello? Perché non esiste più. Non ci sono gli stessi ragazzi sconosciuti come in quel periodo siamo stati noi. Ora è gente dello spettacolo che viene inserita, a mio avviso, in un contesto un po’ grottesco in cui non mi riconosco più. Io ho un ricordo stupendo di quell’esperienza, ma la nostra era un’altra roba.”
Luca Argentero nel ruolo di giudice ad Amici
Sulla trasmissione Amici di Maria De Filippi ha raccontato della sua esperienza di giudice al fianco di ospiti internazionali:
“Se qualche ragazzino mi scopre grazie ad Amici, probabilmente poi andrà a vedermi anche al cinema: riconoscerà un volto familiare e magari sceglierà quel film. Amici non è stata una decisione puramente commerciale per me, aveva una sua finalità. E la conferma mi è arrivata anche dagli ospiti internazionali: ricordo Al Pacino, Matthew McConaughey, Harrison Ford, veniva della gente che io non ci potevo credere.
Avevo Indiana Jones al mio fianco: gli ho leccato il c*lo per mezz’ora raccontandogli tutta la sua filmografia a memoria. E quella volta, in totale onestà, gli ho anche chiesto: “Scusa Harrison, ma te perché sei qua?. Era impensabile, voglio dire: come era arrivato ad essere l’ospite d’onore di Amici, in Italia? “Perché tu hai trentacinque anni e mi conosci perfettamente”, mi ha risposto lui, “ma questo programma ha un pubblico di adolescenti, e io esco al cinema con un film tra due mesi. Ho bisogno che questo pubblico mi conosca.
Capisci? Aveva settant’anni, era Harrison Ford, e ancora lavorava sul suo pubblico. Pensa che livello di professionalità, pensa come farebbe bene anche a noi curare così il nostro pubblico. Ecco il motivo per cui le sale rimangono aperte per i film americani: il loro star system ha creato un meccanismo per cui tu vuoi andare al cinema a vedere quella gente lì.”